IL FAZZOLETTO AZZURRO di Corrado Augias
IL RITORNO DI GIOVANNI SPERELLI
Il fazzoletto azzurro (Rizzoli, 1983) è il secondo giallo della trilogia scritta dal giornalista e conduttore televisivo Corrado Augias, ambientata nel primo Novecento e avente per protagonista Giovanni Sperelli, fratellastro del dannunziano Andrea. Il primo libro è Quel treno da Vienna (leggi QUI la recensione), mentre la trilogia si concluderà con L’ultima primavera.
Roma, aprile 1915 (quattro anni dopo la conclusione della prima indagine). L’Italia sta per entrare nella Prima Guerra Mondiale. Giovanni Sperelli ha passato la quarantina, egli è un Amleto sopravvissuto alla lama fatale, è affetto da emicranie, ha smesso la funzione di commissario di polizia, eppure saltuariamente fa da consulente alla polizia, in particolare per quei delitti che nessuno riesce a spiegarsi. Pertanto viene coinvolto nell’inchiesta relativa alla sparizione di un anonimo studente russo domiciliato in una pensioncina di terz’ordine. Un fatto di cronaca che, in un clima meno carico di tensione e sospetto, sarebbe passato quasi inosservato, ma che si collega a un complesso caso di spionaggio internazionale connesso al devastante conflitto mondiale: siamo in un paese lacerato fra neutralità e interventismo, fra chi è stanco di lottare e chi protesta in piazza, che è già vittima di dittatura ma non lo sa ancora.

INTRIGO INTERNAZIONALE
Come per ricambiare il favore al maresciallo di polizia che la prima volta aveva chiesto la sua collaborazione, stavolta è Sperelli a porre come condizione essenziale quella di farsi affiancare dall’ormai amico Vittorio Marchisio. La loro è un’indagine parallela, non ufficiale come si suole dire, pronta a essere disconosciuta dalle alte sfere. Duccio Tessari nel 1987 ne ha tratto un film con Jean Rochefort (Giovanni Sperelli), con lo stesso cast di Quel treno da Vienna ma uscito nel 1989, quindi due anni dopo, per cui invertendo la cronologia dei romanzi.
In esergo troviamo una citazione di Così fan tutte, libretto di Lorenzo Da Ponte, che già ci avverte di avere fra le umani un giallo raffinato. Rispetto al libro d’esordio finalmente il protagonista si libera dalla scomoda parentela tanto che il famoso Sperelli non viene quasi più nominato, il nostro Giovanni è oramai un personaggio del tutto indipendente: viene da chiedersi, poiché è stata raggiunta l’auspicata autonomia, a che serve più la sua illustre filiazione? Interessante il corto circuito che si crea quando Giovanni assiste a un discorso in pubblico di Gabriele d’Annunzio, che a quell’epoca ha già scritto Il piacere: in questo universo parallelo invece immaginiamo di no, pena la presa di consapevolezza di Giovanni di essere un personaggio di finzione!

La trama è un intreccio di spionaggio che, sebbene perfettamente congegnato, non è sorretto da una adeguata suspense. A rallentare la detection non è tanto la descrizione (rigorosa ed evocativa) della vita, degli usi e costumi della borghesia dei primi decenni del Novecento, quanto la scelta di aver adottato lo stile formale e desueto di quei tempi: a risentirne è proprio il genere poliziesco che non riesce ad avvincere fino in fondo, e può capitare che si perdano pezzi fondamentali per la comprensione e il discioglimento del thriller.
Finito di leggere: domenica 22 gennaio 2023.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Il fazzoletto azzurro di Corrado Augias, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.