CONCLAVE di Robert Harris

CONCLAVE di Robert Harris

IL SECONDO CONCLAVE

Conclave, il titolo del romanzo di Robert Harris del 2016 è identico al titolo del romanzo di Roberto Pazzi del 2001. Ovviamente identica è anche la tematica papale…

Conclave di Harris è un thriller atipico: cardinalizio eppure psicologico e spionistico, molto ben documentato (l’autore ha visitato i luoghi di cui parla, ha raccolto la testimonianza di un cardinale che ha partecipato a un conclave…), si muove attraverso le stanze del potere a suon dì cliffhanger (con un finale inaspettato) e citazioni bibliche (a un certo punto scambiate segretamente tra cardinali per mezzo di “pizzini”).

Conclave_Libri Senza Gloria
Conclave_Libri Senza Gloria

La strada tra Casa Santa Marta e la Cappella Sistina è quella maggiormente percorsa, in un senso e nell’altro, dai cardinali chiamati a riunirsi per eleggere il nuovo successore di San Pietro. Tra fumate nere, rapporti riservati (occultati o ritirati) e macchinazioni, complotti politici e vari sospettati, estratti conto dello IOR e suore che sanno troppo, Harris ci svela trame e scenari strategici di uno dei più segreti e potenti Stati mondiali, quello Vaticano.

Quello qui tratteggiato è uno Stato Vaticano dove tutti hanno dimenticato il latino (e con esso lo Spirito Santo) ma rimangono incastrati dalle tante regole dell’organizzazione da Harris perfettamente spiegate a noi umili lettori.

IL PAPA E LA SPIA

Fa specie constatare come dei 118 cardinali partecipanti al conclave, nel mezzo dei “rappresentanti” delle nazioni del mondo, ce ne sia una moltitudine rappresentante delle sole città-stato italiane: Milano, Venezia, Genova, Bologna, Palermo, ecc. Tutto ciò a testimonianza del grande peso rivestito tutt’oggi dal Bel Paese sullo Stato Vaticano, e di come sia ancora impensabile lo spostamento della sede pontificia lontano da Roma. Non a caso gli italiani, se sono numericamente superiori, sono anche i più divisi, cosa che rende alquanto complicato eleggere un nuovo Papa italiano.
Fra i cardinali elettori e al contempo fra i “papabili” candidati, spiccano: il cardinal Tedesco, patriarca di Venezia, frontleader degli inflessibili principi della Chiesa; il canadese cardinal Tremblay, in parte americano e in parte francofono, l’uomo con il piede in due scarpe, e quindi frontleader del compromesso tra conservatorismo e liberalismo; il nigeriano Joshua Adeyemi, appoggiato dagli altri africani per i suoi interventi sociali, malvisto dagli altri ecclesiastici occidentali per le sue posizioni omofobe.
E poi c’è lui, l’arcivescovo Vincent Benìtez di Bagdad, cardinale eletto in pectore dal Papa morente e che non compare in alcun registro ufficiale: nella realtà se la nomina non viene confermata nel concistoro e resa pubblica allora diventa efficace (successe davvero con Giovanni Paolo II), ma nella finzione Benitez può tranquillamente esercitare il suo diritto di voto in conclave.
Richiami a una realtà vicina a noi ci suggeriscono due diversi personaggi: da un lato il cardinal Tutino, prefetto della Congregazione per i vescovi, fatto a pezzetti dalla stampa per avere speso mezzo milione di euro per unire due appartamenti e crearne uno abbastanza grande per lui e per i suoi inservienti (tre suore e un cappellano); dall’altro il cardinale Bellini, ex segretario di Stato, proprio come quello che…

L'ufficiale e la spia (2019) di Roman Polanski, tratto dall'omonimo romanzo di Robert Harris
L’ufficiale e la spia (2019) di Roman Polanski, tratto dall’omonimo romanzo di Robert Harris

IL CARDINALE NELL’OMBRA

Il vero protagonista, il detective del giallo, è però padre Jacopo Lomeli: egli è il decano del Collegio cardinalizio, a lui il precedente Papa aveva rifiutato le dimissioni forse “prevedendo” che Lomeli avrebbe dovuto gestire un conclave dove l’espressione dello Spirito Santo veniva ostacolata da una fede maggiore nella Chiesa che non in Dio.

Suo è infatti il punto di vista, “imperfetto” e tormentato sin da prima che la Sede restasse vacante. Il suo è quindi lo sguardo del super partes, di colui che organizza le votazioni del conclave, che contempla i dipinti di Michelangelo e al contempo scova i segreti di ciascun “candidato”: per esempio in un caso ricorrendo addirittura a fotocopie e distribuzione di documenti che ricorda il passaggio di mano del manoscritto rivelatore nel magistrale finale de L’uomo nell’ombra, il film di Roman Polanski tratto dall’omonimo romanzo di Robert Harris. Così il privilegiato punto di vista di Lomeli diventa anche il nostro, al chiuso del conclave.

L'uomo nell'ombra (2010) di Roman Polanski
L’uomo nell’ombra (2010) di Roman Polanski

Nella sua opera, il vecchio ma arguto cardinale è assistito dal giovane padre Zanetti e dal rubizzo monsignor Ray O’Malley (il quale, come tutti gli irlandesi che si rispettino, ha una pericolosa inclinazione verso il whiskey).

IL NUOVO CONCLAVE

Quando l’autore afferma che Ratzinger, una volta dimessosi, abbia concluso la sua spettrale esistenza da “recluso” ai Giardini, pare anche ammettere allora che il Papa morente non sarebbe altri che Francesco, poiché l’ambientazione temporale non si spinge troppo oltre i giorni nostri. Robert Harris sembra proprio riferirsi a Papa Francesco quando parla della rinuncia al lusso e del riformismo dell’ultimo Papa (mai nominato direttamente) così osteggiato da altre correnti vaticane tanto da spaccare prevedibilmente la Chiesa a metà fra progressisti e conservatori.

Robert Harris
Robert Harris

Harris prevede dunque il futuro conclave, ne sviscera le logiche politiche, e lo fa sfiorando senza indulgere eccessivamente su altri “peccati” del clero (pedofilia, corruzione, ecc.).

Per arrivare all’elezione del pontefice, nella finzione ci vorranno più di quattro conclavi (quattro ne erano serviti per eleggere sia Ratzinger sia Bergoglio): più qui ce ne vogliono, più Harris fa avanzare lo spettro di un possibile scisma all’interno dell’istituzione.

CONCLUSIONI

Tom Hanks Robert Langdon
Tom Hanks è Robert Langdon

La scrittura di Robert Harris è elegante e insieme d’intrattenimento. La sua immaginaria cronaca di clausura a metà fra intrigo e spiritualità rinuncia al “facile” sensazionalismo alla Dan Brown, e ci ricorda che più di ogni altra cosa conta il fattore umano: le passioni e le ambizioni, i sensi di colpa…

Nel salutarvi, vi invito a leggere Conclave di Robert Harris, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

Finito di leggere: lunedì 9 dicembre 2019

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