ARMADA di Ernest Cline
READY PLAYER TWO
Dopo l’exploit meta-letterario-cinematografico di Ready Player One (leggi QUI la recensione e il confronto romanzo/film), le aspettative erano altissime per la nuova fatica di Ernest Cline: Armada è uscito nel 2015 ed è rimasto per cinque settimane nella lista dei bestseller del New York Times.

A onor del vero Cline non ha fatto passi da gigante con la nuova trama. Sin da quando ha occultamente finanziato l’originale trilogia di Star Wars, primo grande successo sulla militarizzazione nella fantascienza, l’EDA (acronimo di Earth Defense Alliance) ha condotto sulle masse un processo di indottrinamento antialieni (dagli anni Settanta di Space Invaders ai rilanci di Star Trek e Star Wars dei nostri giorni) ma soprattutto una pratica di addestramento subliminale attraverso i videogames progettati dalla Chaos Terrain. In particolare con i titoli Terra Firma e Armada dove i nemici spaziali sono aragoste giganti provenienti dal pianeta Tau Ceti e corrispondenti al nome di Sabrukai. In breve, troviamo fondata negli sviluppi dell’industria dell’intrattenimento una delle maggiori teorie del complotto.

Una teoria già portata in scena nel cult nerd Giochi stellari (1984) che proprio Cline aveva citato in una topica scena di Ready Player One.

ZACK ATTACK
Zack Ligthtman vive con madre single e ama rintanarsi in soffitta per consultare la roba vecchia di suo padre, morto giovane in un misterioso incidente e in odore di pazzia. Zack si è invece meritato l’appellativo di Zack Attack per non essere riuscito a controllare la rabbia di fronte ai bulli della scuola. I suoi due amici, e compagni di (video)giochi, entrambi fanno Mike di nome, sono Cruz e Diehl. Poi c’è Ray Wierzbowski (il cognome deriva da uno dei Marine coloniali di Aliens) che dirige Starbase Ace, piccolo negozio di viedeogames usati nella cittadina di Beaverton, dove Zack lavora, e propone strampalate teorie ufologiche degne di X-Files.

E come nei migliori x-files, le teorie del complotto si tramutano in realtà motivando le azioni di mastodontiche società che si nascondono dietro acronimi e di un protagonista adolescente che intrattiene un legame di fascinazione malinconica con l’immaginario popolare degli anni ‘80 grazie a figure paterne mancate e venerate (tale e quale a Ready Player One).

Non risulta comunque mai davvero credibile che i governi mondiali abbiano per decenni tenuto nascosta la possibile invasione aliena pur di non diffondere il panico. E anziché dire la verità a tutti e spendere i soldi per addestrare veri piloti, tramite l’EDA i governi hanno preferito tenere il segreto e addestrare giovani piloti su scala globale tramite i videogame… Bah.

MONDO NERD
Del resto l’EDA è superiore a tutti in fatto di manipolazione (si veda come estorca il consenso all’arruolamento in situazione di emergenza) come in fatto di promozione del proprio marchio: la colonna sonora dei documentari è curata dal maestro John Williams, i video sono presentati dallo scienziato Carl Sagan e autore di Contact, gli interni della base spaziale costruita sul lato oscuro della luna si rifanno alle scenografie di 2001: Odissea nello spazio mentre la sala controllo droni è chiamata Thunderdome, ecc.

L’EDA c’entra forse con la sparizione di Xavier Ulysses Lightman, papà di Zack, che aveva già subodorato il plot complotta nei suoi diari prima di sparire nel nulla come un qualsiasi Pistolero Solitario…

Tornano tutte le caratteristiche vincenti di Ready Player One: un certo feticismo verso le classifiche mondiali dei videogiocatori (in entrambe le opere porta a un confronto fra le persone reali dietro gli avatar della top 5, e al loro formare una squadra multietnica con occidentali, afroamericani, asiatici…), le avventure di un giovane giocatore (intenditore) che finirà per conoscere (e innamorarsi) una ragazza più “tosta” di lui, prorompente e androgina insieme (qui corrisponde al nome di Alexis “Lex” Larkin, ma mai dipinta in maniera realmente sexy come in un film di Michael Bay, dal quale invece Cline prende tutta l’estetica fracassona).

“MI PIACEREBBE TANTO SILURARVI…”
Il romanzo perde davvero tantissimo tempo a ingranare: si dilunga prima sulla vita iniziale del protagonista, poi sugli spiegoni relativi all’invasione aliena, tanto che il primo scontro importante avviene a metà libro mente la squadra di eroi si forma ancora dopo. Sin dalla prima battaglia contro i velivoli europani (alieni che provengono dal satellite Europa del pianeta Giove), Zack dimostra di essere un pilota geniale ma insubordinato nel segno del Maverick di Tom Cruise in Top Gun.

Si fa subito notare per le azioni pazzesche ma sconsiderate, però più che la corte marziale si becca una lavata di capo da parte dell’ammiraglio Vance (lo stesso leader conosciuto nei videogames gli si rivela in carne e ossa e cicatrici) che riporta alla nostra mente il colonnello Miles Quaritch di Avatar; però Vance oltre che militare è anche giocatore e perciò chiude un occhio.

Per niente credibili come le strategie dell’EDA, anzi risultano noiose, le scene di combattimento aereo in cui Zack pilota i droni da remoto: suscitano lo stesso interesse che causerebbe assistere a una partita di Space Invaders e Missile Command giocata da altri. Per di più le navicelle avversarie, come sottolinea lo stesso autore, soffrono della sindrome degli Stormtrooper: hanno una pessima mira e fanno di tutto per farsi abbattere.

Con la tecnologia rubata agli extraterrestri, gli scienziati umani hanno inventato il QComm (comunicatore quantico da polso, a metà fra cellulare e gameboy), intercettori e droni. Serviranno tutte le forze necessarie per fronteggiare gli eserciti alieni: Caccia Falcioni, Basilischi, Ragni Robot è una serie di mastodontici Disrupter non privi di punti deboli come insegna la Morte Nera. Con increduità scopriremo che la colpa di tutto è stata, tanto per cambiare, del Presidente Nixon!
FANBOY
Il citazionismo da fanboy di Ernest Cline questa volta è fine a se stesso. Manca totalmente il piacere della scoperta degli easter egg di Ready Player One dove ogni elemento era inserito in contesti chiave. Del resto Armada può risultare persino datato poiché si richiude nei vecchi arcade, e non cita mai l’attualissimo Fortnite. La trama pretende una certa serietà ma è la prima a rinunciare a ogni tipo di articolazione complessa, rimanendo dalle parti di Pixels (2015) di Chris Columbus.

Molto curata l’edizione DeA Planeta Libri e altamente suggestiva la copertina. I diritti cinematografici sono già stati acquistati dalla Universal prima ancora che il film diretto da Steven Spielberg vedesse la luce. Da Armada ne verrà tratto un film sceneggiato da Dan Mazeau (La furia dei titani).

CONCLUSIONI
Romanzo tanto atteso, e per nulla gradito, dalla critica come dai lettori. Diversamente da Ready Player One, i comprimari sono personaggi appena abbozzati e lo stesso protagonista non va oltre un minimo tratteggio puerile (con immotivati scatti di rabbia) al netto di situazioni altamente probabili (la mamma sul divano che gioca ai videogames con i figli). A differenza di quel primo romanzo, questo punta il pedale sull’intrattenimento ma non ci fa mai venire la voglia di leggerne un sequel: non troveremmo nulla di originale ma solo l’ennesimo (stancante) universo geek fra un’esplosione e l’altra alla Independence Day, scopiazzando di qua e di là fra Ender’s Game e lo stesso Ready Player One. Il confronto con quest’ultimo è impari.

Ready Player One rimarrà scolpito nella nostra memoria, per quanto abbiamo scoperto il bluff di Armada.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Armada di Ernest Cline, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Finito di leggere: martedì 9 luglio 2019.