ACCABADORA di Michela Murgia

ACCABADORA di Michela Murgia

MILLION DOLLAR ACCABADORA

Accabadora, edito da Einaudi esattamente dieci anni fa nel 2009, si è sin da subito imposto all’attenzione del pubblico e della critica vincendo il Premio Dessì, il SuperMondello e il Premio Campiello.

Tradotto in diverse lingue, Accabadora è il Million Dollar Baby della nostra letteratura: le drammatiche scelte di vita che ruotano attorno alla tematica dell’eutanasia. Non solo, con la sua scrittura precisa e concisa Michela Murgia, che forse guarda a Grazia Deledda, sfiora l’altro delicatissimo tema della pedofilia: lo fa senza allungare la minestra come avrebbero fatto in molti, lo fa usando tutte le parole che servono e nessuna in più.

Million Dollar Baby (2004) di Clint Eastwood
Million Dollar Baby (2004) di Clint Eastwood

IL PAESE DEI MORTI COLORATI

L’ambientazione nel secondo dopoguerra ci introduce in un mondo in bianco e nero che fortunatamente assume non tonalità di grigio ma sfumature di un cupo colorato. Avvertiamo che la Sardegna nelle mani della Murgia sia più dalle parti tenebrosamente vivaci di Tim Burton, disegnata per apparire nel Paese di Halloween di Nightmare Before Christmas o nel Regno dei morti de La sposa cadavere.

Nightmare Before Christmas (1993) di Henry Selick
Nightmare Before Christmas (1993) di Henry Selick

E l’accabadora è un po’ “sposa cadavere”, una seconda madre che aiuta non a nascere ma a morire, colei che come Caronte traghetta i morituri verso una nuova vita. Il romanzo della Murgia rappresenta la ribalta di una mitica figura del folklore sardo ammantata da un velo di mistero, e che cela i suoi segreti dietro un termine di origine straniera (in spagnolo “acabar” significa “finire”).

La sposa cadavere (2005) di Tim Burton
La sposa cadavere (2005) di Tim Burton

LA PRINCIPESSA ACCABADORA

A dirla tutta la giovane protagonista del romanzo, Maria Listru, vive in una favola come le più note principesse dell’Universo Disney. Queste provengono tutte da famiglie soffocanti perché legate alle tradizioni del luogo, almeno fin quando qualcosa non le strappa dalle proprie origini. Accabadora comincia con il botto: Maria viene “comprata” da Tzia Bonaria Urrai, una scura vedova (cadavere) e senza figli. La madre naturale, Anna Teresa Listru, non ci pensa due volte a cedere dietro compenso una bimba che non può mantenere (ne ha già due da sfamare). Perciò Maria diventa fillus de anima, fill’e anima, e ottiene una seconda madre.
Il Mentore di questa favola, la Tzia Bonaria Urrai che darà a Maria una seconda infanzia, è anche la Strega della storia, ma non solo perché veste costantemente di nero. Mentore, Strega ma è anche la Regina: di fronte ai suoi poteri tutti si inchinano come sudditi e ne invocano l’aiuto risolutivo. Ed è la triplice madre che farà mangiare a Maria la mela avvelenata della verità: la rottura fra le due avviene non appena Maria scopre quale sia il vero “lavoro” di Tzia, ovvero come la donna aiuti la gente sofferente a morire. E non a caso la scoperta avviene in concomitanza con il flashback in cui una piccola Maria viene sgridata da Tzia per avere mentito sul furto di un dolce.

Il libro della vita (2014) di Jorge R. Gutierrez
Il libro della vita (2014) di Jorge R. Gutierrez

C’ERA UNA VOLTA IN SARDEGNA

La crescita di Maria e il suo rapporto con la nuova madre si definisce all’interno di un paese altrettanto fatato. Nella piccola provincia degli anni ’50, a Soreni, si incrociano i destini delle due con quelli di Nicola e Andria Bastiu, figli di Salvatore e Giannina, la cui esistenza viene sconvolta dalla fattura scagliata dal vicino del loro vigneto di Pran’e Boe. In questa cornice si muovono altri piccoli e grandi personaggi, tristi e colorati, come il parroco Don Frantziscu Pisu, il dottor Mastinu, per non dimenticare il cane Mosè.

L'accabadora (2015) di Enrico Pau
L’accabadora (2015) di Enrico Pau

Il bello e quasi omonimo film di Enrico Pau (il titolo del film fa precedere l’appellativo dall’articolo: L’accabadora anziché Accabadora), interpretato da una straordinaria Donatella Finocchiaro ha poco a che vedere con questo romanzo se non per via di alcune coincidenze di trama e della centralità della enigmatica figura sarda.

IL NOSTRO MESSICO

Coco (2017) di Lee Unkrich e Adrian Molina
Coco (2017) di Lee Unkrich e Adrian Molina

La Sardegna risuona in questa storia come il nostrano Messico con tutte quelle affascinanti e inquietanti celebrazioni del Giorno dei Morti. Se pensiamo ai recenti cartoon Il libro della vita (2014) prodotto da Guillermo del Toro (dove sussisteva la fantasmagorica divisione fra Terra dei Dimenticati e Terra dei Ricordati) e il similare ma più magnetico Coco (2017) della Disney-Pixar con l’ucronico mondo ectoplasmatico, allora crediamo che la migliore trasposizione di questo romanzo sarebbe non un pesante e ritrito film neorealista ma un inedito e trascinante film d’animazione. Unica vera via per ritrarre la magica Sardegna delineata da Michela Murgia.

IL PRINCIPE TORINESE

Dopo la rivelazione sulla vera natura di Tzia Bonaria e la conseguente rottura, Maria si rivolge alla maestra Luciana venuta dal nord. L’insegnante l’aiuterà a partire alla volta di Torino. In questa grande città Maria viene accolta dalla famiglia Gentili, Attilio e Marta con i loro figli Piergiorgio e Anna Gloria.

Biancaneve e i sette nani (1937) di David Hand
Biancaneve e i sette nani (1937) di David Hand

La lingua usata è scorrevole, intrisa con sapiente parsimonia di idiomi dialettali ed evocanti arcaicismi che rievocano la compenetrazione di contemporaneità e ancestrale. Il linguaggio atavico si assottiglia nella parentesi torinese del terzo atto, dove cede il passo a una scrittura più vicina a Pavese forse anche solo per il contesto, ma funziona perché anche in questo caso dura il tempo necessario e mai un minuto di più.
Ed è all’interno della famiglia Gentili che Maria conosce il suo Principe azzurro: Piergiorgio. Non è questo l’amore che durerà per sempre, perché come vuole l’insegnamento Disney la principessa dovrà “rientrare” nel sistema familiare ma “cambiata” e “cambiandolo”. Alla fine tutti vivranno felici e contenti (anche chi muore).

Non pensiamo che le scelte siano casuali se a scriverle sia Michela Murgia, voce e autrice del podcast Morgana dedicata alle donne controcorrente della storia e della fiction.

CONCLUSIONI

Così può dirsi completa la storia di crescita della giovane protagonista, comprensiva di finale ambiguo, che funziona in maniera shakespeariana grazie alla sua liricità: quest’ultima non è data appunto da sfiancanti e riecheggianti descrizioni ma da una storia perfetta, profonda, finita, che non ha bisogno di altro se non di se stessa.

Nel salutarvi, vi invito a leggere Accabadora di Michela Murgia, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

Finito di leggere: sabato 24 agosto 2019.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *