ANDREA CAMILLERI: in memoriam
La mattina del 17 luglio 2019 è arrivata la notizia che tutti noi sapevamo prima o poi ci avrebbe raggiunto e che speravamo con tutto il cuore non arrivasse mai. Andrea Camilleri si è spento all’età di 93 anni a Roma presso l’ospedale Santo Sprito dove era stato ricoverato negli ultimi gioni per le situazioni di salute critiche.

Andrea Calogero Camilleri era nato nel 1925 a Porto Empedocle nella provincia di Agrigento, in Sicilia. Inizia la carriera di regista teatrale nel 1942, mentre nel 1957 entra alla Rai (nel 1954 non era stato assunto perché iscritto al Partito Comunista, come ricordava lo stesso autore). Già nel 1945 aveva dato alle stampe alcuni racconti e poesie, ma risale al 1978 il suo esordio nella narrativa con il romanzo Il corso delle cose. Da allora Camilleri ha pubblicato numerose opere, collaborato a sceneggiati televisi e teleromanzi, insegnato al Centro Sperimentale di Cinematografia e all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica.
Il grande successo arriva però solamente nel 1994, quando viene pubblicato La forma dell’acqua, il primo romanzo che vede protagonista la creatura più famosa di Camilleri, il commissario Montalbano. Il commissario amato dal pubblico italiano grazie anche alla fedele e magnifica interpretazione televisiva di Luca Zingaretti le cui puntante vanno ininterrottamente in onda sulla Rai dal 1999, e che ha diffuso in tutto il mondo il particolare linguaggio inventato da Cammileri che propone un originale commisto di italiano e siciliano.

Come l’acqua che “piglia la forma che le viene data” così Camilleri nella sua vita ha sempre preso la forma che gli veniva data: sceneggiatore e scrittore, attor e regista, insegnante e politico, intellettule a tutto tondo. Per celebrare questo immenso uomo, che ha atteso con pazienza l’età di 69 anni prima di incontrare il successo del grande pubblico, lo facciamo con una sua stessa frase. Lo facciamo con una citazione de La pazienza del ragno (Sellerio, 2004), ottavo romanzo sulle indagini del commissario.
“E pinsò che macari a quell’altro ragno, quello del quale aviva intravisto per un attimo il volto, l’idea di fabbricare una gigantesca ragnatela era vinuta sicuramente di notte, una delle tante e tante notti d’angoscia, di tormento, di rabbia. E con pazienza, con tenacia, con determinazione, senza arretrare davanti a nenti, la ragnatela l’aviva alla fine costruita. Un prodigio geometrico, un capolavoro di logica.”