I ROMANZI DEI CORSARI 2/8: La regina dei Caraibi

I ROMANZI DEI CORSARI 2/8: La regina dei Caraibi

Tutte le storie marinaresche di Emilio Salgari, il papà di Sandokan, sono finalmente raccolte in un voluminoso tomo di 1700 pagine, I romanzi dei corsari, ma di rilegatura comoda e maneggevole, per i Grandi Classici di BUR Rizzoli.

Il volume si compone in un dittico: prima la pentalogia sui Corsari delle Antille, poi la trilogia sui Corsari delle Bermude. Abbiamo letto per voi tutti i romanzi delle due serie e, settimana dopo settimana, ve li raccontiamo uno per uno. Oggi tocca a La regina dei Caraibi

I romanzi dei corsari_Libri Senza Gloria
I romanzi dei corsari_Libri Senza Gloria

IL CORSARO NERO 2

La regina dei Caraibi avrebbe potuto intitolarsi Il Corsaro Nero – Il ritorno o, ancora meglio, Il Corsaro Nero – La vendetta, anche perché la regina dei Caraibi ha poco spazio nelle vicende, e più che dei Caraibi è sovrana di una tribù di cannibali. Ma procediamo per gradi.

Il Corsaro Nero deve ancora rispettare il giuramento fatto in nome dei fratelli uccisi, ossia di vendicarli uccidendo Wan Guld e ogni suo familiare. Per questo nel finale del precedente episodio aveva abbandonato in mare Honorata, la principessa fiamminga da lui amata, perché figlia del suo arcinemico.

L’avventura non è chiaro quando riprende. All’inizio l’autore dice “quattro anni dopo” salvo contraddirsi più avanti quando il Corsaro Nero sostiene di avere rubato la salma impiccata del fratello “un anno prima” (questo era il prologo del primo romanzo). Se inizialmente la vicenda è ambientata nel 1683, è pur vero che include l’assedio a Vera-Cruz, fatto storico del 1680 qui romanzato in maniera eroica, al netto di tutte le barbarie che possono realmente aver commesso i pirati. Il lettore può dunque fare una media ponderata e decidere da sé l’anno di svolgimento, che comunque non è importante, come non è importante la verosimiglianza storica dell’assedio a Vera-Cruz. Se fosse al centro di una serie tv moderna forse Emilio Salgari sarebbe stato accusato di “mitizzare i criminali” (critiche mosse verso prodotti come Gomorra e Romanzo criminale), per fortuna la cosa non ha più importanza.

Carole André è Honorata Van Gould, la regina dei Caraibi!

L’ASSEDIO DI VERA-CRUZ

La regina dei Caraibi comincia una notte tempestosa nella cittadella di Puerto Limon sul Mar Caraybo. Qui si presenta il Corsaro Nero alla ricerca di don Pablo de Ribeira, amministratore del suo rivale il duca Wan Guld, colui che nelle Fiandre si vendette all’oro spagnolo causando la morte del primo fratello del Corsaro, quindi ricevendo per compenso una colonia del golfo del Messico, quella di Venezuela (e da queste parti gli ammazzò gli altri due fratelli, il Corsaro Rosso e il Corsaro Verde).

La nuova pista spinge il Corsaro Nero, a bordo del suo galeone, a veleggiare verso Vera-Cruz, il porto più importante del Messico, del quale tenta l’espugnazione e il saccheggio insieme ai famosi e “autentici” filibustieri che come lui vivono nella Tortue: Grammont, Laurent (creduto “il diavolo” in persona dagli spagnoli) e Wan Horn, come già nel saccheggio del precedente romanzo era stato affiancato dagli “autentici” l’Olonese e Michele il Blasco.

Per evitare che Wan Guld gli sfugga come la precedente volta, il Corsaro Nero affida il comando della temuta Folgore ai suoi amici mentre con il solito drappello di marinai fidati si infiltra nella cittadina. In realtà questa variazione di trama non fa che rimettere in scena un’avventura identica a quella seguita nel precedente romanzo: il Corsaro Nero e i suoi fedeli affrontano in solitaria una verde palude dando occasione a Salgari di sfoggiare il risultato delle sue ricerche su flora e fauna di quei posti tanto incantevoli quanto pericolosi (seppur le descrizioni non sono lunghe come avveniva in passato).

L’uomo mascherato contro i pirati (1964) di Vertunnio De Angelis

CIURMA CHE VINCE, NON SI CAMBIA

I fedeli, immancabili e ironici pirati barbuti al suo seguito sono il bravo Carmaux e l’amburghese Wan Stiller insieme all’erculeo nero Moko, il “sacco di carbone” che per i compagni vale più di una scimmia-ragno (è un complimento!) e per l’autore è così forte e agile da sfidare le scimmie (ma sul razzismo del tempo abbiamo già parlato nella precedente recensione). Ritorna anche il membruto Morgan, il capitano “realmente esistito” della Folgore, che ha già servito sotto il Corsaro Verde e che verrà consegnato alla storia con la spedizione di Panama: un successo futuro che in un momento di stima è lo stesso Corsaro Nero a preannunciargli.

Tutti i sequel hanno bisogno di new entry, così si unisce alla squadra la coraggiosa e dignitosa Yara, un’indiana fatta prigioniera sul Darein da Wan Guld dopo che questi distrusse la tribù di suo padre, liberata dai pirati a Puerto Limon e pronta a dare la vita in ogni momento. Che siano un’indiana selvaggia o una marchesa spagnola, sta di fatto che tutti i cuori femminili capitolano ai piedi del Corsaro Nero.

Comunque, il punto è che il meccanismo narrativo della “trappola del topo” finisce in più occasioni per risultare ripetitivo quando per l’ennesima volta il Corsaro e i suoi finiscono assediati dentro una casa di Vera-Cruz (come già a Puerto Limon e prima ancora a Maracaybo) e attendono l’invasione esterna da parte dei compagni pirati per trarsi fuori dagli impicci.

Fotogramma del film perduto La regina dei Caraibi (1921) di Vitale Di Stefano

IL CORSARO NERO… SE PERMETTETE

Il Corsaro Nero è galante e valoroso, ma al contempo è talmente impulsivo da difettare di prudenza e ragionevolezza, costantemente redarguito dai fedeli marinai, anche timorosi di offendere il suscettibile comandante. Inoltre sul galeone si concede il lusso di una cabina riccamente arredata anziché di una classica stanzetta da ufficiali, rivelando così una mollezza di carattere che per l’autore invece doveva essere specchio della sua nobile interiorità. I tempi cambiano, si sa, e anche Jack Sparrow è figlio dei suoi.

Che non gli importa dei soldi lo sappiamo già, ma il fatto che devolva sempre la sua parte ai sottoposti ci fa interrogare sul perché questi non siano diventati più ricchi di lui, e sul perché di conseguenza non gli abbiano già strappato il comando della nave. Come non ci spieghiamo la ragione per cui i suoi “interessi personalistici” (la vendetta) ostacolano o complicano sempre i grandi progetti dei pirati, ma questi anziché avercelo sulle scatole hanno sempre premura di correre ad aiutarlo o a salvarlo.

Insieme all’odio verso il suo nemico, il Corsaro Nero sviluppa però anche un forte pentimento dettato dall’amore verso Honorata, e quando si profila l’idea che ella sia ancora viva, si accende anche la speranza per un lieto fine nonostante i cupi colpi di scena a venire (la distruzione della Folgore!). Perciò finalmente viene portata a compimento sia la storia di vendetta sia quella d’amore.

Johnny Depp è Jack Sparrow nella saga dei Pirati dei Caraibi

AL CINEMA

La regina dei Caraibi conta un adattamento nella pentalogia di Vitale De Stefano, regista (ma anche interprete di Massinissa in Cabiria) che realizzò per la Rosa Film le riprese in contemporanea di tutti e cinque i film tratti dalla saga (espediente produttivo in avanti con i tempi, se si pensa che questo esoso stratagemma è tornato in voga dalla prima trilogia de Il Signore degli anelli in poi), e che detiene il primato di essere il primo adattamento cinematografico salgariano. I film vennero distribuiti tutti quanti insieme, nel corso dello stesso anno, il 1921, dalla casa milanese Felix Film, non ricevettero una buona accoglienza critica soprattutto per quanto riguarda la messa in scena. Purtroppo non possiamo dirne niente, dato che tutte le pellicole sono andate perdute.

Parte del romanzo è stato adattato, insieme al suo antefatto, pure ne Il Corsaro nero (1976) di Sergio Sollima con Kabir Bedi e Carole André, di cui abbiamo già parlato nella recensione dedicata al primo volume.

STILE

Emilio Salgari è un novelliere onnisciente e ben documentato come dimostra quando ci descrive il Gulf-Stream, la corrente che rade le coste dell’America centrale, o ci riporta le biografie dei famosi filibustieri.

Cabiria (1914) di Giovanni Pastrone

Spettacolari sono le sequenze d’azione, soprattutto gli inseguimenti  le battaglie navali, come quella che vede il galeone pirata, assediato da due fregate, distruggerle lanciandogli contro una caravella riempita d’esplosivo per poi prendere il largo. Notiamo che le scene di battaglia sono iper-cruente e al contempo sorprendentemente comiche, oggi diremmo “pulp” o meglio “tarantiniane” (basti pensare ai due marinai uccisi dalle palle di cannone, uno dopo l’altro, mentre tentano di accendere la miccia sulla caravella).

C’è da dire che la forma linguistica appartiene ormai a un’altra generazione, però è la stessa che ha consegnato (giustamente) questo volume alla schiera dei classici.

Finito di leggere: mercoledì 20 gennaio 2021.

Nel salutarvi, vi invito a leggere La regina dei Caraibi di Emilio Salgari, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

Il prossimo appuntamento de I romanzi dei corsari è per sabato 24 aprile con “Jolanda, la figlia del Corsaro Nero“!

Inoltre, tutte le puntate precedenti sono raggiungibili tramite i link postati a seguire in calce!

ALTRO: I romanzi dei corsari 1/8: Il Corsaro Nero

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