MOONRAKER di Ian Fleming
NON C’E’ DUE SENZA TRE
Moonraker (1955), terza avventura di 007 scritta da Ian Fleming (e recentemente riproposta da Adelphi), ha avuto un altro titolo sul mercato nostrano (007 il grande slam della morte nella prima edizione Garzanti del 1965), ma in origine doveva addirittura intitolarsi I lunedì sono un incubo. Divisa in tre parti, la storia è difatti racchiusa nell’arco di circa una settimana, da lunedì a venerdì.
La singolarità di questa missione (e che la rende la meno esotica dell’intero ciclo) è che James Bond, nonostante sia un agente dell’MI6 ovvero i servizi segreti esteri, non mette mai piedi fuori dall‘Inghilterra. Nel prologo abbiamo modo di scoprire qualcosa in più sulla vita privata della famosa spia. Si dice che il Servizio ricorreva alle sue specifiche competenze un paio di volte l’anno spedendolo in missioni in giro per il mondo, infatti 007 “per il resto, faceva la vita di un alto ma tranquillo funzionario di Stato: orari elastici, più o meno dalle dieci alle sei; pranzo, perlopiù in mensa…” Chi l’avrebbe mai detto? Bond ha pure una segretaria, Miss Loelia Ponsonby, lui la chiama con il diminutivo Lil solo di lunedì, il resto della settimana Miss Ponsonby, ma mai Loelia. Dispone inoltre di un appartamento piccolo ma confortevole in King’s Road, accudito da una governante scozzese (“una delizia di nome May“): la governante non ci risulta sia mai apparsa sul grande schermo, ma un’occhiata all’appartamento dell’agente 007 abbiamo potuto darla in No Time To Die con Daniel Craig.

VERSO L’INFINITO E OLTRE
La trama, come anticipato, si dipana tutta tra Londra e il Kent. Parliamo della storia “più ferocemente inglese” di 007, ispirata alla strada di Dover, su cui Fleming aveva guidato per anni quando abitava a St Margaret’s Bay, e unite al copione di un film cui aveva pensato per molto tempo.
M (il direttore dei servizi segreti britannici) invita Bond nel suo club per sfidare a una lunghissima partita a bridge un misterioso miliardario, Hugo Drax, che pare stia preparando un missile spaziale per conto della Gran Bretagna, il Moonraker. Per questo libro Fleming ha condotto ricerche molto accurate, sfruttando la conoscenza sia dell’ente spaziale britannico sia di Arthur C. Clarke, futuro autore di 2001: Odissea nello spazio. Grazie alla partita a carte, che viene dall’esperienza di Fleming della vita notturna londinese (e che dopo Casino Royale, leggi QUI la recensione, sa di già visto), Bond prende le misure di Drax e, quando muore il capo della sicurezza di Moonraker, viene mandato a prenderne il posto per studiarlo più da vicino.

Il nuovo antagonista è proprio il diabolico Hugo Drax che, sotto la copertura di magnate e filantropo, si rivela essere un diabolico super-nazista tedesco alleato ai russi per vendicarsi dell’Inghilterra con un attacco nucleare. Tra i collaboratori di cui si circonda (come Willy Krebs e il Dr. Walter, tutti glabri ma con i baffoni) c’è anche la terza Bond Girl della serie: la formidabile segretaria Gala Band è in realtà un’infiltrata della squadra speciale di Scotland Yard.
SPIE SPAZIALI
Il film Moonraker – Operazione spazio (1979) di Lewis Gilbert (la sua terza volta dietro la macchina da presa per 007 dopo Si vive solo due volte con Sean Connery e La spia che mi amava con Roger Moore), quinta pellicola interpretata da Moore, si discosta a tal punto dal romanzo che la Gildrose decise di dare alle stampe una novelizzazione della sceneggiatura, firmata da Christopher Wood. Nel film, anzitutto, le location sono più internazionali (California, Venezia, Brasile, Guatemala) e poi il piano di Drax (Michael Lansdale) è più utopico: per cominciare è un ricco industriale di origine francese, egli intende distruggere l’umanità dallo spazio e sostituirla ricreando eugeneticamente nella sua stazione spaziale di Moonraker una nuova generazione accuratamente selezionata per avviare un nuovo ordine mondiale. Bisogna capire che siamo in piena era Star Wars (Una nuova speranza era uscito due anni prima, e L’impero colpisce ancora sarebbe uscito l’anno dopo), perciò si fa ricorso a un ampio uso di effetti speciali e James Bond viene mandato addirittura nello spazio.

Le scene del lancio sono molto realistiche (a eccezione della livrea gialla) e precorrono i tempi, anticipando di diciotto mesi la prima missione dello Space Shuttle Columbia: il film ottenne una candidatura agli Oscar proprio per gli effetti speciali. Inoltre, Gala Brand non appare in nessun film della serie, anche se così doveva chiamarsi la Bond Girl de La morte può attendere, film dove il cattivo Gustav Graves è proprio ispirato a Drax. Nel film di Moonraker abbiamo però l’ultima (la dodicesima) apparizione di Bernand Lee come M (nel film successivo, Solo per i tuoi occhi, viene dichiarato “in licenza”, e in quello dopo ancora, Octopussy – Operazione piovra, sostituito ufficialmente da Robert Brown) che ha visto praticamente più Bond lui di tutti (Connery, Lazenby e Moore). Torna Richard Kiel per la seconda (e ultima) volta come il killer Squalo (dopo il precedente La spia che mi amava dove avrebbe dovuto morire, salvo il grade successo riscosso presso il pubblico) e viene introdotta Corinne Cléry come Corinne Dufour (la segretaria di Drax che aiuterà Bond nelle indagini e per questo verrà uccisa dai cani di Drax, a differenza che nel romanzo dove sopravvive e convive a nozze con il fidanzato, spezzando il cuore di Bond).

CONCLUSIONI
Moonraker è di gran lunga la pellicola di 007 più spettacolare fino a quel momento, e che detenne il record di incassi almeno fino all’esordio di Pierce Brosnan di GoldenEye (1995).
Sebbene per molti versi il contesto generale (in primis politico e scientifico) risulti superato, quella di Moonraker rimane una lettura assolutamente piacevole.
Finito di leggere: sabato 1 giugno 2024.
Nel salutarvi, vi invito a leggere Moonraker di Ian Fleming, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.