READY PLAYER ONE di Ernest Cline

READY PLAYER ONE di Ernest Cline

Pillola azzurra…

…o Pillola Rossa? La scelta di Neo la conosciamo: pillola rossa e tana del Bianconiglio. Neo sceglie la realtà piuttosto che la finzione.
Diverso è il punto di vista di Ernest Cline con il suo Player One, rieditato Ready Player One come l’omonimo film di Steven Spielberg del 2018. Player One è la schermata di avvio degli arcade delle vecchie sale giochi. Questa è la pillola azzurra per entrare in OASIS, e non ha niente a che vedere con il futuro preda delle tiranniche macchine in Matrix.
Matrix: pillola rossa o pillola azzurra
La proposta di Morpheus in Matrix

Supereroe in borghese

Il protagonista di Ready Player One si chiama Wade Watts, e l’allitterazione non è una coincidenza. Come ci spiega lo stesso Wade (il romanzo è scritto in prima persona), suo papà era un fan dei fumetti, e così ha chiamato suo figlio come un supereroe dei fumetti Marvel: Peter Parker (alias “lo Spiderman di quartiere”), Bruce Banner (alias Hulk alias Golia Verde), Scott Summers (alias Ciclope alias leader degli X-Men). Una doppia doppia W (Wade “Owen” Watts, che se provate a scrivere puntato diventa W.O.W.) pericolosamente simile a quell’altra tripla doppia W (Wade “Winston” Wilson) che è il nome dello scurrile e politicamente scorretto Deadpool.
Il Mercenario Chiacchierone
Wade Wilson è Deadpool

Nerd si nasce

Wade, dunque, eredita dal padre l’inclinazione nerd, e cannibalizza ogni prodotto pop e suo derivato specialmente anni ’80. Una retromania che ha visto ai nostri giorni il suo culmine in Stranger Things, ma che nella finzione del romanzo rispecchia l’ossessione di James Halliday, l’inventore di OASIS. Per riflesso, l’ossessione diventa quella dei partecipanti al mondo virtuale da lui messo in piedi.
Perciò Wade è un tuttologo del nerdismo. Questa conoscenza è la sua unica via di fuga dalla futuristica Oklahoma City. Una città fatta da ponteggi verticali e camper accatastati dove si è barricata per vivere la civiltà del futuro. E’ solo una delle scenografie di un prossimo futuro post-crisi energetica dove le esplosioni di violenza mi hanno ricordato i primi cinque minuti di Demoliton Man.
X-Men: Apocallise
Tye Sheridan è Ciclope
Sul grande schermo Wade è interpretato da Tye Sheridan: giovane, bello e di talento, che guarda caso ha interpretato l’incarnazione più giovane di Scott Summers alias Ciclope nell’ultima incursione cinematografica degli X-Men in Apocalisse. Qui scatta la prima differenza: il Wade del libro è in realtà un diciottenne sovrappeso e sfigato, ovvero il classico adolescente noardamericano.

Chiamatelo Willy Wonka

Tutti conosciamo la storia de La fabbrica di cioccolato: Willy Wonka, il magnate del cioccolato, bandisce un concorso per assegnare una visita nella sua fabbrica e scorta di cioccolati ai cinque fortunati vincitori dei biglietti dorati nascosti come in una lotteria nelle tavolette di cioccolato a firma Wonka.
La fabbrica di cioccolato
Willy Wonka è Gene Wilder
Hallyday, che nella vita reale assomiglia a Bill Gates mentre nel film è interpretato da Mark Rylance (attore-feticcio di Spielberg da Il ponte delle spie in poi, che gli è valso l’Oscar), ma come avatar si fa chiamare Anorak ed è un mago (direttamente da Dungeons & Dragons), il giorno della sua morte lancia al mondo il suo messaggio-testamento. Chiunque riuscirà a superare intricati giochi di intelligenza e a scoprire l’Easter Egg da lui nascosto dentro OASIS, avrà diritto a ereditarne l’impero finanziario.
Inutile dirlo, parte la Caccia all’uovo. Nascono nuove figure. Ad esempio i Gunter (crasi di Egg e Hunter), che si muovono da singoli o in clan, e i Sixer, una specie di polizia omologata e stipendiata dala IOI, una multinazionale service provider avida e senza scrupoli.
L’avatar di Wade si chiama Parzival, proprio per riallacciarsi al cavaliere che diede la “caccia” al Sacro Graal, ed è il profondo amore, e grande conoscenza, del passato che consentirà allo sfigato Wade di decifrare il primo indizio lasciato da Hallyday-Anorak. Mappa in mano, Parzifal ritrova il primo tesoro: la Chiave di Rame. Sì, il libro è più vicino a L’isola del tesoro di quanto non lo sia la sua trasposizione filmica.
Il cast di Monty Python e il Sacro Graal
Monty Python e il Sacro Graal (1975) di Terry Gilliam e Terry Jones

L’ombra di Spielberg

La storia è ambientata nell’anno 2045, invertita dunque la data di Minority Report di Steven Spielberg, ambientato nella Washington D.C. del 2054. Proprio il regista di E.T. e padre di molta roba centrifugata nella macchina citazionista di Ernest Cline, è chiamato a dirigere l’adattamento cinematografico di Ready Player One. La sceneggiatura è di Zack Penn assieme a Ernest Cline, che si prende così la sua rivincita dei nerd.
Nel romanzo, del mitico e intoccabile regista si dice: Ladyhawke di Richard Donner (regista de I Goonies) non sarebbe stato migliore neanche se l’avesse diretto Spielberg (grande omaggio) ma anche che i film di Indiana Jones non vanno considerati dal quarto (Il regno del teschio di cristallo) in poi (grande stoccata).
Rutger Hauer in Ladyhawke
Ladyhawke (1985) di Richard Donner

OASIS: Nuovo mondo

Se volessimo usare l’acronimo della traduzione italiana dovremmo riferirsi al SISOA, ma tant’è…
Il mondo “virtuale” di OASIS si struttura su alcune modalità di realtà virtuale finora rimaste inesplorate tanto sulla piccola pagina che sul grande schermo:
1. Se prima il mondo virtuale veniva visto come uno sconfinato universo di possibilità, OASIS (al netto delle possibilità che offre) eredita dal mondo reale la disuguaglianza economica: chi ha più soldi, ha più possibilità. Inoltre anche qui va per la maggiore lo shopping, e un modo per sostenere le programmazioni di OASIS è vendere lotti commerciali a esercenti digitali per costruire centri commerciali virtuali aperti a tutti i players collegati. Non preoccupatevi però, il creatore di OASIS ha stabilito che l’istruzione fosse gratuita e per tutti.
2. Anche OASIS ha i suoi “sottomondi” virtuali, per cui un avatar può cadere in una sorta di apnea e, ad esempio, entrare in una sorta di chatroom, luoghi neutri localizzati esattamente in nessun-dove. In alcuni casi il giocatore può “uscire” temporaneamente dall’avatar per ammirarsi “in terza persona”. Oltre al fatto che gli avatar (già “corpi” in fuga dal reale) possono trascorrere il tempo leggendo fumetti, ascoltando musica, guardando film e addirittura giocando ad altri videogiochi, in pratica inseguendo altre forme d’evasione dentro una maxi forma d’evasione.
3. Gli abitanti di OASIS si muovono attraverso un teletrasporto che assomiglia al TARDIS di Doctor Who e praticano sport come il quidditch. Possono convertire le monete trovate sul cammino in valuta spendibile e prendono gadget che cadono ai nemici sconfitti. Accumulano punti-esperienza che li fanno salire di livello, ma se muoiono ripartono da zero; tranne gli hacker, perché chi prova a falsificare viene bannato a vita.
Il teletrasporto
Il TARDIS di Doctor Who

OASIS: Vecchio futuro

4. Wade sfrutta la frequenza scolastica per avere accesso alle periferiche che gli consentono di “entrare” in OASIS: un visore e i guanti aptici. Si arrabatta come può per guadagnare spiccioli in più che gli consentono viaggi incredibili fra i mondi, ma dà poca importanza alla scuola stessa, unica sua garanzia di sopravvivenza in quel mondo, e soprattutto non pensa mai al futuro. Non si domanda mai quel che potrà fare da grande, non ha desideri o passioni estranee al ritrovare l’uovo di Halliday: in questo futuro non c’è futuro, tutto è presente e direzionato all’ora.
5. In definitiva, per una volta, il mondo virtuale ci viene descritto migliore di quello reale. La realtà di OASIS è più figa di quella vera. Lo è persino per uno sfigato come Wade, che non è nato negli anni ’80 come lo scrittore, ma che non si stanca mai di tornare in quel decennio virtuale, e di sottoporsi a continue maratone di film, serie, videogame, fumetti, ecc. di quegli anni. La domanda è: un “vero” ragazzino di oggi, pur stregato da Stranger Things, si recupererebbe sul serio I Goonies?
Stranger Things cast
Il cast di Stranger Things
6. Wade deve solo pensare a ordinare del cibo per nutrirsi nella vita reale: del resto i dispositivi aptici per accedere a OASIS, dalla poltrona al tapis roulant intelligente, pensano a sbarbarlo, lavarlo, se è il caso a procurargli un rapporto sessuale, e addirittura lo costringono a sessioni di ginnastica per fargli perdere peso (e avvicinarlo maggiormente alla sua controparte cinematografica).

Chi trova un amico…

La frase potrebbe terminarla chiunque sia cresciuto a cucchiate di fagioli, Bud Spencer e Terence Hill. Parzival ne ha due di amici. Aech c’è da sempre, ed è uno dei gunter più cazzuti di sempra. Lo lega a Parzival stima e rispetto reciproco. Attenzione: il suo alter ego reale riserva una delle più grandi sorprese del romanzo.
Art3mis è invece una blogger molto famosa, e molto seguita da Parzival: lei interpreta l’indovinello della Prima Chiave tempo prima di Parzival, ma Parzival la batte in abilità ottenendo la Chiave di Rame prima di lei. Parzival e Art3mis sono i primi nomi a spuntare sul Segnapunti impostato da Halliday. Grazie a loro la Caccia riprende, ma fra loro la competizione lascia presto lo spazio per qualcos’altro…  Nel film di Spielberg Art3mis trova perfetta identificazione nel bel faccino di Olivia Cooke, la star di Bates Motel.
Bates Motel
Olivia Cooke è Emma Decody

Super-supereroe

La DeLorean di Ritorno al futuro
Ernest Cline e la sua DeLorean
Conquistata la Prima Chiave, balzato in cima al Segnapunti e agli onori della cronaca, Parzival diventa ricco da fare schifo. Acquista la DeLorean di Ritorno al futuro (la stessa comprata dallo scrittore Ernest Cline, e mostrata nella fotografia della sovracopertina), si appropria persino di un’astronave del Whedonverso (ci mancava!), e si prende per assistente-maggiordomo Max, un system agent software (altrimenti detta intelligenza artificiale) con le fattezze di un attore del passato (è successo già prima del 2049, quando ai nostri giorni in Rogue One: A Star Wars Story il reparto degli effetti visivi ha “resuscitato” Peter Cushing per il ruolo di Tarkin nella Morte Nera).
Da Star Wars a Rogue One
Peter Cushing è Tarkin
Con il suo bunker simile alla batcaverna, il surrogato di Alfred e una batmobile sui generis, Parzival vive viaggi e missioni incredibili in mondi arcade già pensati da Tron, più intelligenti di quelli visti in Emoji – Accendi le emozioni e più avanti di Ralph Spaccatutto, finché non viene messo alle strette dai Sixer.

Super-villain

Il loro capo operazioni, tale Nolan Sorrento (sul grande schermo interpretato da Ben Mendelsohn, già cattivissimo Direttore Imperiale proprio in Rogue One), avvicina Wade e gli promette l’impossibile purché gli sveli come conquistare la Prima Chiave. Lui rifiuta, e allora si fa un nemico, anzi un esercito di nemici.
I Sixer rintracciano il numero di matricola, gli fanno esplodere il camper nella vita reale, con tanto di zia e inquilini dentro, ma Wade si salva, cambia città, e si gode il successo del suo avatar in OASIS. Successo condiviso dagli altri vincitori, Art3mis, Aech e due fratelli samurai, tutti quanti ricercati dagli sgherri di Sorrento.
Insomma, un tripudio geek che potrebbe anche lasciar scontenti dai trent’anni in giù, appunto perché un giovane odierno spettatore di Stranger Things, non corre a guardarsi I Goonies.
Goonies cast
Il giovane cast de I Goonies

Trinità

Insieme e da soli, Parzival e il suo clan devono rifare daccapo tutte le scene di Wargames e di Monty Python e il Sacro Graal (simulazioni realistiche dette sincrofilm, ogni cinefilo che si rispetti vorrebbe averne uno), uccidere gli androidi che infestano il Tyrell Building (una risata Cline la strappa quando scrive che il protagonista di Blade Runner è un tale “interpretato da Ian Solo“) e tanto altro.
Blade Runner (1982) di Ridley Scott
Il Tyrell Building di Blade Runner
Ci riescono grazie anche all’insperato aiuto di (SPOILER) un mago onnipotente, praticamente Dio, un certo Ogden Morrow (il buon Simon Pegg per Spielberg) in quanto co-creatore di OASIS ed ex socio d’affari di Halliday. Se su OASIS esistono persino dei luoghi di culto, qui non parafrasiamo dicendo che è il defunto Halliday ad essere venerato come un Dio.
E grazie a Dio, a vincere sarà Cristo: l’immagine è chiara, i Sixer hanno spazzato via tutte le forme di vita sul pianeta finale grazie alla potente arma conosciuta come Cataclizzatore, eppure una sola persona torna dalla morte.
Già l’aveva capito Neo nel primo film di Matrix che il passaggio era obbligato, dal regno del corpo (mondo reale) al regno dello spirito (il mondo virtuale). Non era mai successo prima in OASIS: Parzival “resuscita” grazie alla sua videoludica forma di Spirito Santo: un quarto di dollaro che aveva ottenuto nel proprio inventario giocando una partita perfetta a Pac-Man.
Pac-Man
Pac-Man
Come chi crede in Cristo otterrà la vita eterna, così gli avatar amici di Parzival lo aiutano a vincere la Caccia e, in cambio, ottengono da lui il dono della resurrezione.

Conclusioni

Dalla Chiave di Rame alla Seconda, quella di Giada, fino all’ultima, la Chiave di Cristallo (tre prove, tre atti, nel più classico stile di Star Wars e Christopher Vogler, tanto che il romanzo stesso si ripartisce in tre livelli), OASIS non è peggiorativa come tutte le realtà virtuale propinateci fino a ora. OASIS migliora le controparti reali, e non il contrario.
Persino la masturbazione è vista come una componente essenziale del vivere bene online. Questo miglioramento può avvenire perché, per una volta, è l’avatar l’espressione del vero io e non l’umano dietro le quinte. Non è il mondo dei social network come lo conosciamo oggi, è un mondo dove il gunter (si legge nerd) è la quintessenza dell’intelligenza, della cultura e dell’onore contemplabili oggi.
Un modo di essere, al contempo liberista e anarchico alla Fight Club, in opposizione a un mondo di burocrazie, cavilli, omologazione e controllo coatto stile 1984 qui rappresentato dalle logiche aziendaliste dei Sixer.

Le differenze con il film (parte I)

Senza alcuna pretesa di esaustività, abbozziamo un primo raffronto delle evidenze che accomunano e separano il romanzo dal film.
Anzitutto le tre prove. Nella scrittura di Cline sono meno action e più intellettuali. La prima prova non è una gara di velocità fra le fauci del T-Rex e le zampe di King Kong, ma consistere nel vincere un classico arcade anni ’80 (Joust), contro il demi-ich Acererak di D&D nei sotterranei della Tomba degli orrori. Ottenuta la Chiave di Rame e decifrata l’iscrizione incisa sopra, si va alla casa di Halliday (nel film la si vede solo nell’epilogo), si gioca a Dungeons of Daggorath per far comparire una porta e aprirla con la Chiave di Rame.
Dungeons of Daggorath
Dungeons of Daggorath
Attraversato il portale si finisce per rivivere tutte le scene, dalla prima all’ultima battuta, della pellicola Wargames, completato il quale si ottiene il secondo indovinello da decifrare. Parzivcal e Art3mis si conoscono in occasione della prima prova, e purtroppo lei nel libro non ha la moto di Akira.
La seconda prova non è una rivisitazione della pellicola Shining, che di per sé è una delle sequenze più geniali e ben fatte della storia del cinema, ma si tratta di risolvere su un piccolo mondo l’avventura testuale di Zork per conquistare la Chiave di Giada, decifrare le parole incise sul dorso che conducono sino alla sede della Tyrell Corporation dove vincere una partita a Black Tiger. L’indizio spinge a decifrare una canzone dei Rush, e a suonarla per conoscere la strada verso l’ultima prova.

Le differenze con il film (parte II)

Akira moto
La moto di Akira
La terza prova  non consiste nello scovare il primo easter egg nella storia dei videogiochi. Anzi, di questo se ne parla sin dal video-testamento iniziale dell’avatar di Halliday. Bisogna invece  giocare a The Tempest ispirato al classico di Shakespeare e poi rifare daccapo (e senza alcuna variazione) il film Monty Python e il Sacro Graal.
Siamo a Castle Anorak, dove Parzival schiera tutti gli avatar onesti contro l’esercito di Sorrento. Non li convoca qualche minuto prima in streaming ma spedendo una mail il giorno prima. Nonostante tutto, Sorrento fa esplodere il Cataclizzatore.
Ecco, in generale, è la struttura delle prove a essere diversa. Nel romanzo una prova superata schiude un portale che conduce a una chiave che indirizza a una porta da aprire che conduce al prossimo indizio. Il film è molto più schematico di così: ti basta vincere la prova per ottenere la pergamena che conduce alla prova successiva. Stop e fine del telegramma.

Le differenze con il film (parte III)

Per quanto riguarda i personaggi, nel romanzo non è Samantha a salvare Wade dall’attentato dell’IOI a Oklahoma City.. Non è lei a finire prigioniera nel palazzo dei Sixer. A dirla tutta, lei e Wade si incontrano nel mondo reale solo poco prima della prova finale. E’ Wade invece che cambia identità e si fa “schiavizzare” volontariamente dai Sixer proprio per sabotarli dall’interno e quindi fuggire.
Short
Il piccolo Short con il cappello di Indiana Jones
Helen, la donna di colore che si nasconde dietro l’avatar di Aech, è lesbica. Anche lei si innamora di Samantha, cosa che nel film passa sotto silenzio. i-Rok (interpretato da un sempre convincente T. J. Miller, qui con un design fenomenale) non è un sicario di OASIS. E’ solo un amico di Parzival e Aech che in effetti ha qualche cedimento.
Sho e Daito, il samurai e il ninja, danno sì un contributo importante, ma Sho non è una simpatica canaglia come lo Shorty di Indiana Jones e il tempio maledetto. Spielberg ama inserire comprimari orientali dalle mille risorse: Sho è solamente il terzo, dopo Shorty e Data de I Goonies . Così non ha resistito dal “resuscitare” Sho che nel romanzo, invece, veniva eliminato fisicamente prima della reunion finale.
Data
Data e le sue invenzioni
Reunion degli Altissimi Cinque (Parzival, Art3mis, Aech, Sho, Daito) che nel libro si realizza grazie al volere di Ogden Morrow. L’uomo vuole conoscerli, proteggerli, e offre loro un posto sicuro e la tenologia necessaria per sconfiggere Nolan Sorrento. Lo spazio riservato a lui nel film è maggiore, probabilmente per lo screen time contrattuale di Simon Pegg. Non è poi affatto vero che celi la sua identità dietro quelle del Curatore robotico. La vita extra non è da lui che l’ottiene Parzival ma vincendo un quarto di dollaro al mobile di Pac-Man situato dentro l’Happytime Pizza.

Post scriptum

Lo stile di Cline, tanto semplice quanto didascalico e incline agli “spiegoni“, lo allontana anni luce dal livello letterario di William Gibson, vero padre e Dio del cyberpunk. Eppure è questo il segreto di uno stile capace di rendere la lettura del romanzo una vera dipendenza da droga. Esattamente come i player one sono dipendenti del mondo di OASIS, al quale vogliono sempre tornare e mai separarsi.
Robot e Godzilla
Mechagodzilla
Nota. Nonostante i materiali promozionali del film ci assicurino la presenza del Gigante di Ferro e del T-Rex di Jurassic Park, dimenticateveli. Al loro posto abbiamo in realtà due altrettanto cazzute incarnazioni dell’immaginario collettivo. Da una parte Leopardon, il robottone che appare in Supaidaman, la versione giapponese dell’Uomo Ragno, e Mechagodzilla, il dinosauro bipede con due cannoni montati sulle scapole!
Leopardon
Leopardon il robottone di Supaidaman
Nel salutarvi, vi invito a leggere Ready Player One di Ernest Cline, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Finito di leggere: lunedì 26 Marzo 2018.

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