LA NUOVA INQUISIZIONE di Carlo Legaluppi
LA RESA DEI CONTI
Terza avventura per l’anti-spia partorita dalla penna di Carlo Legaluppi. Come da tradizione, queste storie – tutte edite da Alter Ego Edizioni – sono accompagnate da sottotitoli esplicativi: stavolta è il caso del lapalissiano Redde Rationem, ovvero (dal latino) “resa dei conti“, trattandosi del termine di una trilogia inaugurata con La ottava croce celtica (leggi QUI la recensione).
Come per i precedenti romanzi, i brevi e incalzanti capitoli sono introdotti da incisivi virgolettati. A farla qui da padrone sono gli stralci dell’appello di Papa Urbano II fatto nel 1095 al Concilio di Clermont per invitare il popolo francese alla prima Crociata, alternati costantemente alle precise regole enumerate da Nicolas Eymerich nel suo Il manuale dell’inquisitore. Si tratta delle citazioni più frequenti, ma non delle sole. In questa storia più che nelle precedenti si avvertono quindi le atmosfere alla Dan Brown, a volte direzionate nello scoperchiare i “vizi” di alcuni preti e altre volte a esplorare il conflitto sionista.

ALEX E’ TORNATO
La BMW X6 personale e la Jaguar XKR-S aziendale stanno al protagonista sir Alexander Martini-Miller come l’Aston Martin (i modelli specifici cambiano con il tempo) sta a James Bond. Sì, “Bond, James Bond” per tutti, come “Alex” solo per gli amici. Questi sono solamente alcuni dei tratti in comune con 007 dello spericolato quanto riservato anti-eroe di Legaluppi.
In questo nuovo “appuntamento” il rapimento di Melissa Rodonò, l’amore impossibile di Alex, lo coinvolge su un piano prettamente personale. A maggior ragione non lo abbandonano i suoi migliori amici: Cyrus Fox, ex commilitone dei reparti speciali, e Carlo Lamberti, Maggiore del ROS. I due affrontano le bonomie proteste di Alex pur di accompagnarlo in questa missione in lungo e in largo attraverso il continente.

Cyrus Fox, ex soldato scelto della squadra SAS capitanata da Alex, dopo essere stato salvato dall’amico nel precedente episodio La morte viene dal passato (leggi QUI la recensione), ritorna come responsabile della sicurezza della sua impresa milanese. Proprio come il buon Mike di Breaking Bad le cui origini ci vengono raccontate nella serie prequel Better Call Saul: prima ex poliziotto, poi indecifrabile responsabile della sicurezza, infine implacabile sicario dei narcotrafficanti.
L’ORGANIZZAZIONE NELL’OMBREA

Altro cavallo di battaglia di Legaluppi è il montaggio alternato tra vicende apparentemente slegate fra loro. Da una parte abbiamo i fatti di Milano e altre location italiane (Palermo, Mazara del Vallo, Canale di Sicilia), dall’alta un’isola a 7.700 chilometri da Milano e altre location internazionali (Algeri, Beirut, Kingston), così da far tornare realmente protagonista, come già nel primo libro, il fatidico fuso orario, soprattutto in concomitanza con i mortali conti alla rovescia.

Gran parte della forza delle storie di Legaluppi sta difatti nell’aver dato un respiro internazionale ai suoi detective “italiani”. Nella fattispecie, bisognerà affrontare e smantellare un’Organizzazione terroristica segreta simil-Spectre e para-massonica (raduna al suo interno nazionalisti americani e illuminati cattolici), non a caso paragonata alla mitologica idra (nomen-omen, ricorda proprio l’Hydra infiltratasi ai più alti livelli dello Shield in quel cinematic capolavoro Marvel che è Captain America: The Winter Soldier), la quale agisce nell’ombra sin dalla prima puntata.

GUERRA TOTALE
Più che nei precedenti titoli, Legaluppi spinge l’acceleratore sull’action da guerriglia come in un film di stampo reaganiano (Rambo e Commando su tutti) ma combinandolo in maniera sorprendente con il dramma (anche sentimentale). Cosi facendo Legaluppi prende una posizione netta in merito ai “comuni cittadini” che possono trasformarsi in “vigilanti” per sostituirsi alle istituzioni e farsi giustizia da soli. Un terreno ancora oggi molto dibattuto e a proposito del quale diversi autori della spy fiction hanno dovuto inevitabilmente schierarsi.
Tra i nuovi comprimari abbiamo Dylan Stevenson, il detective di LA che indaga sull’accidentale morte di due ragazzini sfuggiti dall’istituto per orfani St. Gabriel, e la simpatica pilota giamaicana che porta a spasso gli eroi armati a bordo del suo personale C-212 Aviocar come a ricordarci i bei tempi del piper di Mister No.

SIMBOLOGIA
I simboli e gli ideogrammi intercalati nel testo, che già nei precedenti episodi della serie si sono ritagliati un ruolo centrale, qui si condensano nelle tessere di un mosaico ricevute su biglietti di carta o su messaggi destinati ad autodistruggersi, parimenti a quelli ricevuti da Ethan Hunt in Mission: Impossibile.

Se prima il simbolismo si riferiva a serie da ricostruire, adesso viene accostato a indovinelli spediti da un misterioso mittente, un po’ come faceva l’Ed Nygma alias l’Enigmista interpretato da Jim Carrey in Batman Forever (1995) che così facendo anticipava i suoi delitti al Crociato di Gotham.

Enigmi in questo caso facilmente risolvibili, e non dal protagonista ma dal suo hacker di fiducia, perché in realtà non realmente risolutivi ma utili affinché conducano verso una nuova trappola.
CONCLUSIONI
Terminata la trilogia sul passato di Alex, è il momento di farsi le domande sul futuro. Senz’altro verranno esplorati i déjà-vu che ogni tanto il protagonista riceve nella sua mente come di una sua vita passata, nelle vesti di un soldato sovietico, perseguitato dai ricorsi storici.
Aspettiamo di vedere, in futuro, un nuovo fatto di sangue che sconvolga non soltanto la vita personale di Alex, ma anche quella professionale: vorremmo vedere qualcuno che tenti di fermare l’impresa italo-britanncia di cui è presidente esecutivo e di cui ancora non conosciamo esattamente la natura, e vorremmo vedere Alex controbattere come solo lui sa fare.

Insomma, vogliamo ancora sapere che ne sarà del futuro di sir Alexander Martini-Miller.
Nel salutarvi, vi invito a leggere La nuova inquisizione di Carlo Legaluppi, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.
Finito di leggere: domenica 8 marzo 2020.