LE AVVENTURE DI SANDOKAN 9/11: Il bramino dell’Assam

LE AVVENTURE DI SANDOKAN 9/11: Il bramino dell’Assam

Tutto il ciclo di Sandokan è stato pubblicato nella sua interezza in un volume unico edito da Newton Compton, Tutte le avventure di Sandokan.

Il volume è curato dallo scrittore e saggista Sergio Campailla, già ordinario di Letteratura italiana all’Università di Roma, e che per la stessa casa editrice si è occupato dell’opera dei grandi scrittori siciliani Verga, De Roberto, Capuana e Pirandello. A firma di Campailla è l’introduzione Il caso Salgari (autore prolifico, mai coronato dal successo economico) e le presentazioni a entrambi i cicli qui contenuti (quelli della jungla e dei pirati della Malesia). Con le illustrazioni di C. Linzaghi, il volume contiene in apertura le immancabili schede sulla vita e le opere dell’autore, oltre che sui personaggi e sui luoghi dei romanzi trattati (attenzione: spoiler a iosa insieme a virgolettati dell’autore riutilizzati a piene mani).

Noi avevamo già avuto modo di recensire un’altra raccolta di romanzi salgariani, quella del ciclo dei corsari, a cura di Claudio Magris (trovate a seguire le recensioni QUI de Il Corsaro Nero, QUI de La regina dei Caraibi, QUI di Jolanda, la figlia del Corsaro Nero, QUI de Il figlio del Corsaro Rosso, QUI de Gli ultimi filibustieri, QUI de I corsari delle Bermude, QUI de La crociera della Tuonante e QUI di Straordinarie avventure di Testa di Pietra).

La presente raccolta come detto si compone in due cicli, composti da sette libri il primo e da quattro il secondo, ciascuno introdotto da una breve Premessa. Abbiamo letto per voi tutti i romanzi delle due serie e, settimana dopo settimana, ve li raccontiamo uno per uno (proprio come abbiamo fatto in passato con i Corsari). Oggi tocca a Il bramino dell’Assam

Tutte-le-avventure-di-Sandokan_Libri-Senza-Gloria
Tutte-le-avventure-di-Sandokan_Libri-Senza-Gloria

IL CACCIATORE DI TOPI

Nono volume della serie, Il bramino dell’Assam fu pubblicato nel 1911, anno della morte di Emilio Salgari, che da molto tempo ormai stava male. Taluni pensano che non sia scritto di suo pugno, talaltri che ci sia stato un ghostwriter o che comunque Salgari avesse approvato le leggere modifiche effettuate al manoscritto originale.

Yanez e Sandokan, uno rajah (consorte) dell’Assam e l’altro del lago di Kini Balù, hanno ancora necessità di fare rivoluzioni. C’è sempre bisogno di un nemico per non adagiarsi negli allori: lo spirito romantico dei due “fratellini” non può essere tenuto a freno. E allora ecco che, mentre Yanez e Surama sono allietati dalla nascita del figlioletto Soarez, inquietanti fenomeni si verificano nel loro regno, a partire dai tre ministri avvelenati con la bava del bis cobra.

Mentre l’impero di Yanez minaccia di andare rapidamente a pezzi, Sandokan se la spassa però ignaro a Mompracem appena riconquistata nel precedente libro. E come già succedeva nello scorso libro, La riconquista di Mompracem, ci si concentra solo sul portoghese (e così per due i romanzi seguenti nonché serrafila dell’intero ciclo indo-malese). Aumentano allora come non mai gli “attori protagonisti”: l’incarico di scoprire il mistero della congiura è affidato a Kammamuri che, aiutato da un vecchio baniano cacciatore di topi, lo porta dentro le immense e proibite cloache della città.

I sotterranei stavolta sono il campo da caccia non dei thugs (come avvenuto ne I misteri della jungla nera) ma di un bramino, anzi falso bramino, che spezza la pace dei nostri eroi, ma al contempo riporta energia e vitalità lì dove stagnava la noia.

IL CANE UMANO

Il cacciatore di topi lo estrae da quell’immondo inferno (dove si muove come a casa sua pure quando viene allegato – come già succedeva ne Le due tigri) e affida l’impostore dotato di poteri stregoneschi (i suoi occhi fosforescenti riescono a ipnotizzare e plagiare persino Surama) all’interrogatorio condotto da Kammamuri, una scena di piglio quasi cinematografico.

La vicenda, tra suspense e crudeltà (durante la tortura il prigioniero viene esposto alle fauci di topi e uccellacci, quindi sottoposto al supplizio della sete e del sonno), assume i connotati di una spy story fino alla grande rivelazione: il mandante del bramino, il Grande Vecchio che dall’alto ha ordito la colossale congiura per rovesciare Yanez dal trono, altri non è che Sindhia l’usurpatore. Il leggendario ex rajah è ritornato implacabile dall’ospedale psichiatrico di Calcutta nel quale era stato rinchiuso alla fine di Alla conquista di un impero, e dal quale ora è scappato.

Infine, sfruttando una segnalazione, e grazie a Timul, il “cane umano” infallibile cercatore di piste, gli eroi arrivano alle soglie del probabile covo dei congiurati: la pagoda di Kalikò. A questo punto il libro si interrompe, insolitamente, di botto, questo a riprova di chi sostiene che Salgari non sia riuscito a concluderlo. Il finale aperto consente però all’autore di formare una sola unità narrativa con i successivi e ultimi due romanzi, La caduta di un impero e La rivincita di Yanez. A conferma, quest’altra ipotesi, di chi sostiene che invece fosse una scelta editoriale di Salgari quella di dividere in una trilogia quella che in origine era stata ideata un’opera unica, ma divenuta troppo lunga e dettagliata.

CONCLUSIONI

Le presentazioni dei personaggi (e dei loro abiti) sono sempre identiche, anzi sono letteralmente dei copia/incolla dagli altri volumi. Una scappatoia si perdona insieme ad altre leggerezze: Yanez teme di essere avvelenato e non dà neppure ordine al suo fedele capo-cuoco di non assumere nuovi cucinieri; fa ridere poi che il principe portoghese non si fidi della sua polizia, o dei suoi ministri (che ritiene più bravi a bere), e si occupi personalmente delle indagini… tanto da abbandonare i suoi compiti a palazzo, che presto rischia di crollare su se stesso.

Presente anche il solito cenno politico: Tremal-Naik, che si sente oramai più europeo che indiano, spera che la Young-India si lasci alle spalle le inutili tradizioni per guidare un’insurrezione che scacci finalmente gli inglesi dalle loro terre.

Avventura e romanticismo, più intrigo e meno azione, anche la parte documentaristica è ridotta all’osso per non dire inesistente, insieme al linguaggio sempre meno ricercato e sempre più popolare, a favore della storia e di una sua maggiore scorrevolezza. Insieme al precedente, Il bramino dell’Assam è tra i libri più felici, svelti e godibili, ed è un peccato che ancora oggi non esista un adattamento cine-televisivo.

Finito di leggere: sabato 28 settembre 2024.

Nel salutarvi vi invito a leggere Il bramino dell’Assam di Emilio Salgari, ultimo appuntamento della nostra rassegna, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

Il prossimo appuntamento con Il ciclo di Sandokan è per sabato XX MESE con La caduta di un impero.

Inoltre, tutte le puntate precedenti sono raggiungibili tramite i link postati a seguire in calce!

ALTRO: Le avventure di Sandokan 1/11: Le Tigri di Mompracem.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 2/11: I misteri della jungla nera.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 3/11: I pirati della Malesia.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 4/11: Le due tigri.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 5/11: Il Re del Mare.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 6/11: Alla conquista di un impero.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 7/11: Sandokan alla riscossa.

ALTRO: Le avventure di Sandokan 8/11: La riconquista di Mompracem.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *