AL SERVIZIO SEGRETO DI SUA MAESTA’ di Ian Fleming

AL SERVIZIO SEGRETO DI SUA MAESTA’ di Ian Fleming

PER TUTTA LA VITA

James Bond sta scrivendo le dimissioni da consegnare a M, il direttore del Servizio Segreto. Poi si mette in auto diretto al solito casinò (quello di Casino Royale – leggi QUI la recensione). Sulla strada per Royale-les-Eaux (nell’omonimo film diventerà il Portogallo), viene prima sorpassato e poi seminato da una Lancia Flaminia Spider Vignale diretta a Montreuil. La donna al volante è Teresa Di Vicenzo detta Tracy, figlia di un grosso industriale del Sud, Marc-Ange Draco, in realtà il Capu dell’Unione Corsa, potente organizzazione mafiosa della Corsica (più spietata e forse ancora più affiliata della mafia siciliana), affiliata ai russi. Il cognome Di Vincenzo la ragazza l’ha preso dal primo marito, un conte italiano dal quale ha avuto una bambina morta prematuramente (il fatto verrà taciuto nell’omonimo film, di cui parleremo). James non può sapere che questa donna diventerà qualcosa di molto diverso da una delle tante Bond girl che il lettore ha finora conosciuto. Secondo e ultimo dei suoi grandi amori, è infatti l’unica che porterà 007 all’altare.

Ian Fleming si diverte a raccontare i primi capitoli su due diversi piani temporali (prima e dopo il rapimento di Tracy da parte dei gangster corsi) fino a quando non si ricongiungono nell’ufficio del Capu. Ed è grazie al legame genitoriale di Tracy che l’agente segreto britannico riesce finalmente a mettersi sulle tracce del suo più iconico antagonista, Ernst Stavro Blofeld, il numero uno della SPECTRE. Al servizio segreto di Sua Maestà (1963) porta infatti avanti una ideale trilogia dedicata alla famosa organizzazione criminale, iniziata con Thunderball (leggi QUI la recensione) e (dopo la breve divagazione noir de La spia che mi ha amata – leggi QUI la recensione) che si concluderà con Si vive solo due volte. Ma anche Blofeld ha una compagna, terribile quanto lui: Irma Bunt!

Al servizio segreto di sua Maestà_Libri Senza Gloria
Al servizio segreto di sua Maestà_Libri Senza Gloria

IL MONDO NON BASTA

Chiusa la parentesi, James torna al suo ufficio londinese. La segretaria “storica”, Miss Ponsonby, si è dimessa per sposare un dirigente, ma sostituita da Miss Mary Goodnight, ex soldatessa della Marina: “era uno schianto, e nella Sezione era in corso un giro di scommesse con cinque sterline in palio su chi se la sarebbe fatta per primo. Bond veniva dato per favorito alla pari con 006“.

Arriva una nuova soffiata e una nuova missione. Per chiudere i conti con la SPECTRE una volta per tutte, 007 impersona Sir Hilary Bray, genealogista del College of Arms (a proposito: sembra che il motto della famiglia di Bond fosse Il mondo non basta), per penetrare sotto copertura nell’inaccessibile clinica diretta dal conte de Bleuville in vetta al Piz Gloria, nelle Alpi svizzere, dove dieci affascinanti ragazze inglesi sono sottoposte a un trattamento misterioso per la cura delle allergie. Qui infatti si nasconde una minaccia mortale per il Regno Unito: le ragazze vengono ipnotizzate per diventare killer inconsapevoli in una guerra biologica.

Al Piz Gloria (l’Alpe di proprietà di de Bleuville/Blofeld) fa un cammeo, tra i turisti ospiti, Ursula Andress, “la stella del cinema“, che solo l’anno prima aveva interpretato la prima Bond girl in assoluto in Licenza di uccidere (leggi QUI la recensione del romanzo Il Dottor No). Poi però arriva Tracy, che 007 decide di sposare. Ma nel finale (SPOILER) viene uccisa da Blofeld, e questo ci porta dritti al romanzo successivo.

NON ERA MAI SUCCESSO A QUELLO PRIMA

Il romanzo è stato adattato nel film (sesto della serie cinematografica) Agente 0007 – Al servizio segreto di Sua Maestà (1969), unico film diretto da Peter R. Hunt (già montatore e regista di seconda unità della serie), unica volta come 007 del fotomodello australiano allora sconosciuto al grande pubblico George Lazenby (e prima volta senza Sean Connery), tanto che nella scena di apertura viene mostrato di spalle o in ombra per qualche minuto e il suo nome appare solo dopo il titolo del film (e non prima come avveniva con Connery).

Dopo aver salvato Tracy dal suicidio (l’ordine degli eventi del loro incontro è stato ribaltato rispetto al libro) la donna si da alla fuga: per la prima volta Bond rompe la quarta parete e, rivolgendosi ironicamente in favore di telecamera, pronuncia le seguenti parole “non era mai successo a quello di prima“. Ma ci sono altri ammiccamenti e autocitazioni: i titoli di testa sono un montage di spezzoni dei precedenti film, una comparsa fischietta il tema musicale di Missione Goldfinger (leggi QUI la recensione del romanzo Goldfinger), quando la segretaria sgombra la scrivania di Bond dagli oggetti visti in altri film e ogni volta che ne prende uno parte il relativo motivetto musicale… Di gadget invece se ne vedono pochi, dall’Aston Martin DBS con fucile da cecchino pieghevole allo scassinatore di casseforti alla macchina fotografica in miniatura. Dal momento che anche l’attore che interpretava Blofeld era stato sostituito (da Telly Savalas), per evitare di generare ulteriore confusione, lo sceneggiatore pensò inizialmente di far sottoporre Bond a un intervento di chirurgia plastica, così da spiegare perché il capo della SPECTRE non lo riconoscesse (sel nel libro si vedono per la prima volta, al cinema si erano infatti già incontrati nel precedente film Agente 007 – Si vive solo due volte): invece quando Blofeld vede Bond sembra non riconoscerlo, cosa che comporta un evidente errore di continuity.

Nonostante il successo (sebbene da molti spacciato per flop), Lazenby decise di non tornare in ulteriori film per cui Connery venne richiamato per Agente 007 – Una cascata di diamanti (leggi QUI la recensione del romanzo I diamanti sono per sempre) prima del rimpiazzo definitivo con Roger Moore. La colonna sonora è curata da John Barry, una garanzia bondiana, giunto al suo quinto film della serie. Nel tempo il film è stato rivalutato fino a essere considerato il capolavoro di tutta la serie cinematografica.

CONCLUSIONI

Uno degli appuntamenti più appassionanti in assoluto nonostante sia “l’ennesimo libro di una saga”, tanto che questo decimo è giudicato il miglior James Bond mai scritto, a riprova della costante evoluzione cui è stata sottoposta la scrittura, il personaggio e le sue trame. Il che non solo ha permesso a Fleming di innovarsi, ma anche a James Bond di modernizzarsi.

Il migliore agente di Sua Maestà britannica è meno ironico e più asciutto, meno seduttore e più umano. La crisi esistenziale che ce lo presenta inizialmente in Costa Azzurra farà da ponte per un’introspezione sentimentale, lungo il romanzo, che lo porterà ad innamorarsi perdutamente (di nuovo) di una donna: la stessa conosciuta all’inizio, quando si trovava in quelle spiagge per l’annuale visita alla tomba di Vesper Lynd, la prima (e unica fino a quel momento), altrettanto problematica, donna che avesse mai amato. Un ideale passaggio di testimone, quindi, che consente di mostrarci le sfaccettature più controverse di uno 007 più maturo.

Questo, insieme alla rocambolesca operazione sotto copertura (la mirabolante fuga sugli sci è diventata uno standard classico per ogni storia di spionaggio), contribuiscono a rendere Al servizio segreto di Sua Maestà una delle spy story più memorabili di sempre.

Finito di leggere: luendì 9 settembre 2024.

Nel salutarvi, vi invito a leggere Al servizio segreto di Sua Maestà di Ian Fleming, e a tornare su questa pagina per dirmi cosa ne pensate.

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